Anche se il racconto è narrato in prima persona, da far pensare al lettore che Luca, il protagonista, sia io, ovviamente il personaggio è inventato.
Ma è pur vero però, come accade ad ogni autore, che qualcosa di autobiografico c'è sempre dietro ad ognuno dei personaggi che vivono nel romanzo che hai scritto.
Quindi, è ovvio! in Luca c'è qualcosa di mio! Ma pure in Fabio, in Denny, in Samantha...
Quindi, è ovvio! in Luca c'è qualcosa di mio! Ma pure in Fabio, in Denny, in Samantha...
Però l'unico personaggio vero ne "La Dea Bendata" è Bella, il cane di Luca... nella realtà Bella è davvero il mio cane!
E' proprio quello che è riprodotto in questa foto... sì, è veramente lui il cane che gira tra le pagine del mio romanzo!
dal Capitolo 3
Quando fui a casa, di ritorno da Milano, erano circa le
otto di sera. La cosa che feci immediatamente fu di prendere il cane e portarlo
un poco a spasso per le vie del paese. Lui era abituato, fin da quando era
cucciolo, a stare da solo in casa anche dalla mattina alla sera.
Fino ad allora
pensavo che in fondo il cane era tranquillo, perché lui aveva la certezza che
comunque io arrivavo a fargli fare pipì in cortile, a fargli le coccole, a
preparargli la ciotola con la sua pappa.
Ora quel cane stava per diventare il cane di un
milionario, eppure pensai che per lui la vita di fatto non sarebbe cambiata,
avrebbe continuato a mangiare le stesse cose, avrebbe continuato a esternare
ogni giorno tutta la sua pigrizia, rimanendo ore spaparanzato sul divano o sui
tappeti, avrebbe continuato a comunicarmi con i suoi grandi occhioni tutta la
felicità che provava nel guardarmi.
Non avrebbe avuto alcuna pretesa di
cambiare tenore di vita, non avrebbe desiderato alcun lusso, e pure se gli
avessi acquistato, che so, una cuccia da trecento euro lui avrebbe continuato a
dormire sul letto con me, sul suo lenzuolo di tela bianca… e se quel suo
lenzuolo fosse diventato di seta, forse non gli sarebbe affatto piaciuto.
Allora entrando in casa di ritorno da Milano, mi venne
spontaneo comportarmi da quel momento in poi in maniera diversa con lui, semplicemente
cercando di stare un poco di più in sua compagnia e fargli fare più spesso
niente di più che quelle semplici cose che a lui piacevano, come ad esempio
andare a spasso per le vie del paese, naturalmente al guinzaglio.
Se io, in quel mese di attesa del giorno in cui sarebbe
arrivato il bonifico, avessi cercato nel più sereno dei modi di passare dalle “stalle”
alle “stelle”, anche il mio cane avrebbe dovuto accorgersene e così
quella sera iniziai proprio col cane ad impostare i miei tempi e i miei umori,
come avevo deciso sul treno di ritorno da Milano, in modo da vivere ogni
momento ed ogni attimo della mia giornata con il massimo della serenità e in
assoluta armonia con me stesso, con gli altri, col mondo e naturalmente con lui.
E quale
miglior armonia più esserci, se non quella che c’è fra te e il tuo cane?!
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