giovedì 13 agosto 2015

L'Arca del Santo



Io sono bolognese. Anche il protagonista del romanzo, Luca Molinari, vive a Bologna. Molti episodi narrati si svolgono a Bologna. Anche quello paradossale, ma molto significativo, del "matrimonio" tra Luca e Fabio.
Un matrimonio che non ha alcun valore, ma che i protagonisti vogliono comunque celebrare innanzi alla tomba di San Domenico, nell'omonima basilica.



La Basica di San Domenico a Bologna


Dal Capitolo 20


«No, devi crederci, faremo tutto come se ci sposassimo davvero… organizzeremo la cerimonia, organizzeremo un banchetto e poi una festa, e firmeremo davvero un contratto di matrimonio davanti ai testimoni e ai nostri amici e parenti… quel contratto non avrà alcun valore per lo Stato e pure per la Chiesa, ma noi ci sposeremo lo stesso in una chiesa, e così quel contratto avrà un valore assoluto per noi e lo avremo siglato pure davanti a Dio!»


La Cappella dell'Arca



Scelsi, per siglare dopo una Messa il nostro contratto, la cappella dell’Arca, nella Basilica di San Domenico, per un particolare legame che avevo da sempre con quel mistico luogo. Da ragazzino avevo frequentato le medie, nel palazzo adiacente la chiesa, ed ogni mattina, prima del suono della campanella alle otto e venti, passavo alcuni minuti dinnanzi a quella stupenda pala di marmo bianco del Niccolò, così detto dell’Arca, e recitavo la mia preghierina fissando quel meraviglioso angioletto di Michelangelo, a destra sull’altare, stanco, quasi seduto su un proprio tallone, e che reggeva un  pesante candelabro.
Dieci minuti prima delle sei del pomeriggio, accompagnati in macchina da Alessio, io e Fabio, nei nostri elegantissimi abiti Armani, arrivammo nella piazza, ed entrammo subito in chiesa. Andammo direttamente nella cappella del Santo, salendo quei dieci gradini e ci sedemmo nel primo banco sulla destra.



Angelo di Michelangelo sull'altare a destra



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