domenica 9 agosto 2015

Una recensione ricevuta





Ho letto “La Dea Bendata” il nuovo romanzo di Bernardino Maria Serenari, posso dire di aver letto un libro assai piacevole, scorrevole, curioso sotto alcuni aspetti.
Un libro che può essere letto d’un fiato. La storia che l’autore racconta in prima persona ti appassiona, in alcuni momenti commuove.
Una storia all’apparenza irreale, che invece si trasforma in qualcosa di molto reale… una storia che è carica di passione, di emozioni, di buoni sentimenti.
Una storia in cui prevale l’amore, il desiderio e il piacere di aiutare chi ha bisogno e chi soffre.
Sorprende molto come l’autore sia riuscito a narrare così bene una storia d’amore diverso, una storia d’amore tra due uomini, con così tanta dolcezza e purezza di sentimenti. Sorprende, e quindi piace, l’eleganza, la finezza, la poesia che l’autore usa per raccontare una storia omosessuale. Senza mai cadere nel banale, nello scontato, se non addirittura nel volgare. Mai un cedimento, mai una caduta di stile.
In particolare ho trovato due pagine, che vorrei inserire tra quelle di alta letteratura. Emozioni e poesia allo stato puro.
Nel capitolo 18, il racconto sublime di un momento molto intimo tra i protagonisti, assai denso di significato e nel capitolo 21 una riflessione profonda ed estremamente carica di sentimento.
Un romanzo, “La Dea Bendata”, che ti trasmette positività, ottimismo, senso di gioia. 
I protagonisti, sia quelli principali Luca e Fabio, sia gli altri che ruotano attorno a loro, nel conoscerli durante la lettura ti diventano simpatici, li senti amici, ti danno l’impressione e la sensazione di averli conosciuti davvero, realmente, come se fossero persone che esistono, che ti piacerebbe incontrare.
Un bel libro, scritto molto bene, un buon messaggio al lettore.
Aggiungo che ho trovato la forma di narrazione assai curata nella scelta dei vocaboli, con una attenta e moderna sintassi, un piacevole esempio di buona lingua italiana. 
Un bel romanzo. Un libro da leggere!


Ecco, vi regalo quelle due pagine citate:




dal Capitolo 18



Io e Fabio il giorno seguente decidemmo finalmente di andare a fare gli esami del sangue. Era da tempo che ci eravamo ripromessi di farlo, ma per un motivo o per l’altro avevamo sempre rimandato. 
Eravamo comunque tranquilli, anche se, per correttezza, nei nostri rapporti usavamo le necessarie precauzioni. Mi sembrava doveroso comunque, per rispetto di Fabio, andare a fare quelle particolari analisi.
Dopo alcuni giorni, assolutamente sereni, andammo a ritirare i referti. Con assoluta certezza erano per entrambi negativi.
Malgrado quello non fosse stato da mesi assolutamente un problema per noi, proprio per la convinzione che entrambi avevamo, quella conferma ci rese ancora più sereni.
Avremmo potuto stare tranquilli, i nostri rapporti avrebbero potuto diventare più intimi, più liberi e più completi, e non usarlo sarebbe stato per entrambi un grande piacere.
E quella sera, proprio per la leggerezza interiore e psicologica che ci aveva pervaso, fu una sera speciale.
Ci sentimmo più che mai rilassati, il nostro rapporto d’amore fu intenso, senza più quella sottile membrana che ci separava.
Al termine, appagati e felici, Fabio mi era accanto sdraiato con il corpo leggermente poggiato a un mio fianco, sentendo dentro di sé la mia linfa, la mia essenza, il mio seme.
Sottovoce mi sussurrò in un orecchio: 
«Sono fiero ed orgoglioso di essere maschio, nel volto, nel corpo villoso, nel pene… mai ho avuto e vorrei avere parvenze femminili, mai potrei coprire di trucchi il mio viso, o indossare abiti da donna, ma in questo momento, in questo magico momento per noi, così nostro, così intimamente nostro e privato, cosa darei perché la natura impazzita potesse creare nel mio ventre un embrione, e potesse rendermi capace di darti un figlio!!»
«Oh Fabio! mio Fabio!… magica, divina creatura!… chi ti ha mandato?! chi sei?»
Provai un’emozione talmente forte, che non riuscii a trattenere le lacrime e poi ancora gli sussurrai:
«Mai avrei creduto che qualcuno mi avrebbe detto ciò che mi hai appena detto!… mai avrei immaginato che così poche parole, così dense di amore e di tanta poesia, avrebbero creato dentro di me un così violento terremoto emotivo… sono immensamente felice e commosso!»
«Amore mio, non piangere… ti ho detto semplicemente ciò che mi viene dal cuore, ciò che sento… sono stato estremamente sincero… anch’io mai avrei pensato di dire a qualcuno quello che ti ho appena detto».
Fu un momento talmente sublime e profondo tra me e il mio amato Fabio, che percepii quanto grande e infinito fosse veramente l’amore che stavo provando per lui.



dal Capitolo 21



Sdraiato sulla sabbia bianchissima di quell’atollo sperduto nell’Oceano Indiano, in un silenzio irreale, in una solitudine magica, provai veramente emozioni molto forti.
Davvero quello era un paradiso terrestre!
Meditai, pensai molto, mentre Fabio sdraiato ad un metro da me, quasi sorridendo, dormiva.
Lui sembrava davvero qualcosa di irreale, di impossibile a credere che fosse lì, proprio con me, accanto a me, soli in quel fantastico luogo, veramente un paradiso terrestre!

Il suo corpo come fosse scolpito, senza un difetto. La sua pelle come fosse di marmo, liscia, lucida per l’olio abbronzante, senza una macchia, senza neppure uno stupido brufolo, e con indosso solo quell’aderente costume da bagno, stretto, basso di vita, che faceva trasparire ed immaginare ciò che stava coprendo. Ma io non avevo alcun bisogno di immaginare, ero l’unico che aveva il privilegio di sapere che cosa davvero copriva.
Meditai, pensai molto. Al tempo stesso un sottile piacere, quasi un senso di eccitazione, il desiderio di entrare completamente dentro di lui, entrare completamente dentro il suo corpo ed essere noi due una sola persona.
Perché lo amavo così tanto? Perché avevo così bisogno di lui? Al punto da arrivare ogni giorno, in ogni attimo del giorno, a desiderare di penetrare la sua mente, il suo animo e pure il suo corpo. Quel corpo così bello e perfetto, puro e a volte innocente, che racchiudeva all’interno un’anima così altrettanto pura, e anche a volte altrettanto innocente.
In Fabio non c’era malizia, non c’era voluttà fine a se stessa, non c’era esibizionismo, eppure anche lui era carico di tanto erotismo, provava piacere, arrivava ad orgasmi sublimi.
Perché io? Perché Fabio?
Eravamo noi forse così speciali, da essere stati scelti dall’Alto, per rappresentare l’amore perfetto?
E tutto questo in un mondo così tanto sporco, fatto di bassezze morali e non solo, uomini e donne che si vendono al piacere... della droga, dell’alcol, del sesso, che prostituiscono senza scrupoli la propria anima ed il proprio corpo, per pochi denari.
Un altro Fabio, diverso, se lo avessi incontrato, avrebbe fatto ogni cosa pur di essere mio, certo fingendo affettuosità e fedeltà, pur di disporre di quel mio denaro, pur di vivere senza problemi, accanto ad un uomo, in quel caso imbecille, ma ricco, che avrebbe creduto al suo amore.
Fabio non era così. Mi amava veramente davvero, dal suo più profondo e sono certo che se all’improvviso la Dea Bendata si fosse pentita e fosse tornata a riprendersi il suo denaro, facendomi ritornare quello che io ero prima, senza stipendio, senza un centesimo in tasca, Fabio non mi avrebbe abbandonato, avrebbe continuato ad amarmi, a condividere con me il mio star male, la mia povertà, ad aiutarmi.
Fabio si svegliò, aprì gli occhi, si voltò verso di me, mi fece un dolce sorriso. 
Chissà se aveva percepito quello che stavo pensando? Forse sì, perché quel tenero e dolce sorriso, sembrava proprio in quel momento una risposta di conferma e di approvazione, come se avesse davvero ascoltato i miei strani pensieri. 
Ne fui convinto, quasi come se noi veramente fossimo una stessa persona.



"Davvero quello era un paradiso terrestre!"


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